Giuseppe Galati design allievo B Cecilia Polidori
mercoledì 24 novembre 2010
COS'E'
secondo me è uno dei motivi creativi di Ettore Sottsass, si chiama "bacterio" e viene utilizzato su vari oggetti realizzati da lui, (diciamo che secondo me è tipo una firma infatti molti oggetti di design realizzati da lui esibiscono questo motivo) l'immagine in questione è una scarpa adidas, una serie limitata.
COS'E'
secondo me è un numero inciso su un edificio fotografato da ettore sottsass e inserito nell'editoriale domus (foto dal finestrino) l'immagine è ben visibile nel sito pilota ceciliapolidoridesign-lezioni.
martedì 23 novembre 2010
GAETANO PESCE
“Vi racconto la mia idea di prodotto”
Un trionfo di colori con il rosso che sovrasta, un cesto stracolmo di prodotti dell’orto, pane, formaggi, gli ingredienti semplici con cui prepariamo quotidianamente il nostro mangiare messi lì sospesi sul piano cottura, dove a pensarci bene, è naturale che siano.
L’incarico a Gaetano Pesce di interpretare un prodotto industriale attraverso l’estro sperimentale della sua creatività è stato dato dalla Fondazione Ermanno Casoli, pensando alla cucina di una sua architettura recentemente realizzata, il Pescetrullo.
Un ulteriore modo per la Fondazione dedicata alla memoria del fondatore di Elica di perseguire il suo obiettivo principale di far dialogare l’arte con l’industria.
Pescecappa evoca il viaggio in una memoria intima profusa di atmosfere domestiche, tradotta con un linguaggio che, attraverso l’uso di materiali innovativi, guarda al futuro, ma chiama a raccolta con l’immaginazione tutti gli ingredienti che evocano da secoli il cibo, li trasforma in un oggetto inconsueto carico di allegria e calore.
Effetto choc per chi associa il design alla purezza delle linee, al rigore, alla bellezza “composta” e alle geometrie astratte, ma saper leggere il messaggio di questa cappa vuol dire fare un passo verso ciò che Pesce concepisce come il prodotto industriale del futuro, un oggetto che, contravvenendo alla serialità della catena di montaggio, permetta al consumatore di intervenire sulla forma estetica finale.
L’architetto Gaetano Pesce lo racconta ai dipendenti nellauditorium Elica della sede di Fabriano in una mattina di fine luglio. Manager, impiegati, progettisti e prototipisti riuniti per ascoltare dalla voce del suo “creatore”, la genesi di Pescecappa raccontata attraverso la storia degli oggetti da lui realizzati dagli anni ’70 in poi, rendendolo un grande protagonisti del design italiano e uno dei più conosciuti in ambito internazionale.
“La creatività fine a se stessa non serve a niente, ma acquista valore quando sa offrire qualcosa di utile”. Con questa affermazione Pesce inizia un viaggio nella sua storia di architetto e designer alla continua ricerca di linguaggi inediti sperimentali e ricchi di contaminazioni.
Gli oggetti che hanno segnato il suo percorso professionale sono anche quelli nel quale si identifica da trent’anni uno stile unico nel design, nella progettazione architettonica, nella creazione di accessori personali come i gioielli: il suo lavoro spazia continuamente alla ricerca di forme e materiali che sappiano comunicare concretezza, perché, come egli stesso precisa, “con l’astrazione non si può comunicare”.
Una concretezza sempre originale di cui il pubblico coglie immediatamente il valore.
Per Pesce la bellezza di un oggetto è nel suo essere unico e, in un mondo standardizzato, la possibilità di realizzare un prodotto connotato da elementi personali diventa indispensabile per affermare un concetto di individualità spesso sacrificato. “Per la produzione industriale” spiega Pesce “è finita l’epoca delle copie tutte uguali e siamo entrati nell’epoca dei pezzi unici, che si possono ottenere anche con una sofisticata produzione seriale”.
Per Pesce la terza rivoluzione industriale sarà quella che aprirà il mercato all’oggetto personalizzato, in parte intuita dall’industria automobilistica, e le aziende che sapranno entrare velocemente in questa nuova logica ne trarranno un sicuro vantaggio.
La persona tornerà ad essere il fulcro dell’attività produttiva del futuro prossimo, l’individuo infatti, è il detentore indiscusso di quell’umanità imperfetta che arricchisce esteticamente il contenuto degli oggetti, che proprio attraverso l’errore e il caso diventano unici e irripetibili. Il valore di ciò che è diverso tornerà ad affermarsi nella produzione in opposizione ad un mondo globalizzato che tende ad uniformare tutto.
Pescecappa nella sua unica e straordinaria originalità può considerarsi come il manifesto più esplicito di questo pensiero innovativo.
L’incarico a Gaetano Pesce di interpretare un prodotto industriale attraverso l’estro sperimentale della sua creatività è stato dato dalla Fondazione Ermanno Casoli, pensando alla cucina di una sua architettura recentemente realizzata, il Pescetrullo.
Un ulteriore modo per la Fondazione dedicata alla memoria del fondatore di Elica di perseguire il suo obiettivo principale di far dialogare l’arte con l’industria.
Pescecappa evoca il viaggio in una memoria intima profusa di atmosfere domestiche, tradotta con un linguaggio che, attraverso l’uso di materiali innovativi, guarda al futuro, ma chiama a raccolta con l’immaginazione tutti gli ingredienti che evocano da secoli il cibo, li trasforma in un oggetto inconsueto carico di allegria e calore.
Effetto choc per chi associa il design alla purezza delle linee, al rigore, alla bellezza “composta” e alle geometrie astratte, ma saper leggere il messaggio di questa cappa vuol dire fare un passo verso ciò che Pesce concepisce come il prodotto industriale del futuro, un oggetto che, contravvenendo alla serialità della catena di montaggio, permetta al consumatore di intervenire sulla forma estetica finale.
L’architetto Gaetano Pesce lo racconta ai dipendenti nellauditorium Elica della sede di Fabriano in una mattina di fine luglio. Manager, impiegati, progettisti e prototipisti riuniti per ascoltare dalla voce del suo “creatore”, la genesi di Pescecappa raccontata attraverso la storia degli oggetti da lui realizzati dagli anni ’70 in poi, rendendolo un grande protagonisti del design italiano e uno dei più conosciuti in ambito internazionale.
“La creatività fine a se stessa non serve a niente, ma acquista valore quando sa offrire qualcosa di utile”. Con questa affermazione Pesce inizia un viaggio nella sua storia di architetto e designer alla continua ricerca di linguaggi inediti sperimentali e ricchi di contaminazioni.
Gli oggetti che hanno segnato il suo percorso professionale sono anche quelli nel quale si identifica da trent’anni uno stile unico nel design, nella progettazione architettonica, nella creazione di accessori personali come i gioielli: il suo lavoro spazia continuamente alla ricerca di forme e materiali che sappiano comunicare concretezza, perché, come egli stesso precisa, “con l’astrazione non si può comunicare”.
Una concretezza sempre originale di cui il pubblico coglie immediatamente il valore.
Per Pesce la bellezza di un oggetto è nel suo essere unico e, in un mondo standardizzato, la possibilità di realizzare un prodotto connotato da elementi personali diventa indispensabile per affermare un concetto di individualità spesso sacrificato. “Per la produzione industriale” spiega Pesce “è finita l’epoca delle copie tutte uguali e siamo entrati nell’epoca dei pezzi unici, che si possono ottenere anche con una sofisticata produzione seriale”.
Per Pesce la terza rivoluzione industriale sarà quella che aprirà il mercato all’oggetto personalizzato, in parte intuita dall’industria automobilistica, e le aziende che sapranno entrare velocemente in questa nuova logica ne trarranno un sicuro vantaggio.
La persona tornerà ad essere il fulcro dell’attività produttiva del futuro prossimo, l’individuo infatti, è il detentore indiscusso di quell’umanità imperfetta che arricchisce esteticamente il contenuto degli oggetti, che proprio attraverso l’errore e il caso diventano unici e irripetibili. Il valore di ciò che è diverso tornerà ad affermarsi nella produzione in opposizione ad un mondo globalizzato che tende ad uniformare tutto.
Pescecappa nella sua unica e straordinaria originalità può considerarsi come il manifesto più esplicito di questo pensiero innovativo.
ANDREA BRANZI
Andrea Branzi è nato a Firenze nel 1938. laureatosi in Architettura nel 1966, vive e lavora a Milano dal 1973. Egli è uno dei protagonisti del radicale dell'architettura italiana e ha contribuito alla fondazione del gruppo Archizoom, che egli era un membro del 1964-1974. In questo contesto ha sviluppato il progetto No-Stop-City (1962-1972), infinito "qualità-less", città in cui arredo urbano è l'unico elemento architettonico. Dal 1974 al 1976 Branzi è diventato un membro della Global Tools, contro-scuola di architettura e design, continuando a collaborare con studi di design industriale e d'avanguardia (Alchimia e Memphis), prendendo un interesse per la ricerca di design e di promozione, che per lui implica nuove relazioni tra l'uomo e gli oggetti. E 'stato il membro fondatore della scuola Domus Academy di specializzazione, che ha diretto per alcuni anni, e direttore della rivista Modo. Nel 1987 gli viene assegnato il Compasso d'Oro per i suoi successi. E 'autore di pubblicazioni come La Casa Calda (1982), Animali Domestici: lo stile neo-primitivo (1986), Nouvelle de la Métropole foide (1991), e "Il Design italiano. 1964-1990 (1996), ed è stato anche commissario di numerose mostre.
ALDO CIBIC
Nato a Schio (Vicenza) nel 1955, nel 1979 Aldo Cibic si trasferisce a Milano dove conosce
Ettore Sottsass. L’anno dopo, sotto la guida di Sottsass, nasce il gruppo di designer
Memphis: Cibic è uno dei soci fondatori insieme a Martine Bedin, Michele De Lucchi, Matteo
Thun, Nathalie Du Pasquier, Marco Zanini, allora tutti poco più che ventenni. Intorno a loro
ruotano nomi come Andrea Branzi, Michael Graves, Arata Isozaki, per un collettivo che
rompe le regole e sperimenta l'accostamento ardito di materiali non tradizionali, forme
storiche, motivi kitsch.
Nel 1989 Cibic lascia Memphis e inizia l'attività in proprio, sviluppando un linguaggio più
incline all'armonia delle idee e all'equilibrio delle proporzioni. Insieme a Luigi Marchetti,
Antonella Spiezio, Chuck Felton nasce Cibic&Partners: Cibic disegna e produce
direttamente una propria linea di oggetti e arredi esplicitamente rivolti a migliorare qualità
della vita di tutti i giorni: è il progetto Standard.
Da allora la sua attività si è estesa tra interior, product ed exhibit design, fino all’architettura
in grande scala. Cibic ha insegnato alla Domus Academy di Milano, al Politecnico, a
Fabrica, allo IUAV di Venezia, alla Royal Vollege of Art a Londra e alla Tongji University di
Shanghai. Attualmente ha due studi, uno a Milano e l’altro ad Arcugnano dove ha sede
anche il Workshop permanente cui ha dato vita da alcuni anni.
ETTORE SOTTSAS
IN PARALLELO CON LA SUA PRODUZIONE PROGETTUALE SVILUPPA LA SUA ATTIVITÀ CULTURALE. ETTORE SOTTSASS PARTECIPA A DIVERSE EDIZIONI DELLA TRIENNALE DI MILANO, ESPONE IN MOSTRE COLLETTIVE E PERSONALI IN ITALIA E ALL'ESTERO.
NEL 1958 INIZIA LA SUA COLLABORAZIONE CON OLIVETTI COME CONSULENTE PER IL DESIGN, COLLABORAZIONE CHE DURERÀ PER OLTRE TRENT' ANNI E CHE GLI FRUTTERÀ TRE COMPASSI D'ORO PER IL DESIGN. HA DISEGNATO TRA L'ALTRO, NEL 1959, IL PRIMO CALCOLATORE ELETTRONICO ITALIANO, E IN SEGUITO VARIE PERIFERICHE E MACCHINE PER SCRIVERE ELETTRICHE E PORTATILI COME PRAXIS, TEKNE, E VALENTINE.
DOPO UN LUNGO GIRO DI CONFERENZE NELLE UNIVERSITÀ INGLESI, NEL 1976 GLI É STATA CONFERITA LA LAUREA HONORIS CAUSA DAL ROYAL COLLEGE OF ART DI LONDRA.
NEL 1981 HA DATO INIZIO, CON COLLABORATORI, AMICI E ARCHITETTI DI FAMA INTERNAZIONALE AL GRUPPO MEMPHIS, CHE È DIVENTATO IN BREVE IL SIMBOLO DEL 'NUOVO DESIGN' E UN RIFERIMENTO PER LE AVANGUARDIE CONTEMPORANEE. UN ANNO DOPO HA FONDATO LO STUDIO SOTTSASS ASSOCIATI CON IL QUALE PROSEGUE LA SUA ATTIVITÀ DI ARCHITETTO E DESIGNER.
SUE OPERE E PROGETTI FANNO PARTE DELLE COLLEZIONI PERMANENTI DI IMPORTANTI MUSEI DI VARI PAESI, COME: MUSEUM OF MODERN ART DI NEW YORK, METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK, CENTRE GEORGES POMPIDOU DI PARIGI, MUSÉE DES ARTS DÉCORATIFS DI PARIGI, VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA, IL MUSÉE DES ARTS DÉCORATIFS DI MONTREAL, ISRAEL MUSEUM DI GERUSALEMME, NATIONAL MUSEUM DI STOCCOLMA, ECC...
TRA GLI ULTIMI RICONOSCIMENTI CHE GLI SONO STATI CONFERITI SI SEGNALANO: NEL 1992 LA NOMINA A OFFICIER DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES DELLA REPUBBLICA FRANCESE, NEL 1993 LA LAUREA HONORIS CAUSA DALLA RHODE ISLAND SCHOOL OF DESIGN NEGLI STATI UNITI, NEL 1994 IL PREMIO IF AWARD DESIGN DALL'INDUSTRIE FORUM DESIGN DI HANNOVER, NEL 1996 LA NOMINA A HONORARY DOCTOR DEL ROYAL COLLEGE OF ART DI LONDRA E L'AWARD PRIZE DAL BROOKLYN MUSEUM DI NEW YORK, NEL 1997 L'ORIBE AWARD DALLA CITTÀ DI GIFU IN GIAPPONE, NEL 1999 LA LAUREA AD HONOREM DALLA GLASGOW SCHOOL OF ART, NEL 2001 LE LAUREE AD HONOREM DAL LONDON INSTITUT OF ART E DAL POLITECNICO DI MILANO.
SEMPRE NEL 2001 È STATO NOMINATO GRANDE UFFICIALE PER L'ORDINE AL MERITO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA.
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